Il rifiuto del giuramento di fedeltà al regime

La lettera al ministro Giuliano (dicembre 1931)

Eccellenza,
Ieri sono stato chiamato dal Rettore di questa Università che mi ha comunicato le Sue cortesi parole, e vi ha aggiunto, con squisita gentilezza, le considerazioni più persuasive. Sono addolorato di non poter rispondere con un atto di obbedienza. Per prestare il giuramento richiesto dovrei tenere in nessun conto o la lealtà del giuramento o le mie convinzioni morali più profonde: due cose per me egualmente sacre. Ho prestato il giuramento richiesto quattro anni or sono, perché esso vincolava solo la mia condotta di funzionario: non posso prestare quello che oggi mi si chiede, perché esso vincolerebbe e lederebbe la mia coscienza. Ho sempre diretta la mia attività filosofica secondo le esigenze della mia coscienza, e non ho mai preso in considerazione, neppure per un momento, la possibilità di subordinare queste esigenze a direttive di qualsivoglia altro genere. Così, ho sempre insegnato che la sola luce, la sola direzione ed anche il solo conforto che l'uomo può avere nella vita, è la propria coscienza; e che il subordinarla a qualsiasi altra considerazione, per quanto elevata essa sia, è un sacrilegio. Ora col giuramento che mi è richiesto, io verrei a smentire queste mie convinzioni ed a smentire con esse tutta la mia vita; l'Eccellenza Vostra riconoscerà che questo non è possibile. Con questo io non intendo affatto declinare qualunque eventuale conseguenza della mia decisione: soltanto sono lieto che l'Eccellenza Vostra mi abbia dato la possibilità di mettere in chiaro che essa procede non da una disposizione ribelle e proterva, ma dalla impossibilità morale di andare contro ai princìpi che hanno retto tutta la mia vita».

P. Martinetti, Lettera al ministro Giuliano, «Il Ponte», VII, 1951, pp. 342-43.

Questo il testo della lettera indirizzata da Martinetti al ministro dell’Educazione nazionale, Balbino Giuliano, che invitava il filosofo ad ottemperare all’obbligo per i professori universitari di sottoscrivere un giuramento di fedeltà al regime fascista, da Giuliano stesso introdotto nel 1931 ad imitazione di quello imposto anni primi ai docenti delle scuole. (Si veda anche, di Amedeo Vigorelli, Piero Martinetti (1872-1943): un "Giusto" dimenticato?)

Lapide in ricordo dei docenti universitari che rifiutarono il giuramento

La lapide posta in occasione del congresso martinettiano a Varese nell’ottobre 2016